Il kayak è una passione che ogni estate
coinvolge centinaia di sportivi sempre alla ricerca di nuovi fiumi, laghi e
torrenti da percorrere.
Puntualmente, però, dopo l’escursione arriva il momento di prendersi cura del
proprio kayak, ripulendolo accuratamente e soprattutto conservandolo correttamente fino alla prossima uscita.
Ed è qui che, inconsapevolmente, molti
appassionati commettono una serie di errori e disattenzioni anche banali che
possono compromettere in maniera anche
irreparabile il proprio mezzo, pregiudicando la buona riuscita delle uscite
future.
Come conservare correttamente il proprio kayak quindi? Questa imbarcazione
sportiva è sì particolarmente leggera e priva di particolari complessità, ma in
compenso presenta alcune caratteristiche
che andrebbero tenute d’occhio con particolare attenzione per una corretta
conservazione.
Vediamo quindi quali sono le principali
accortezze per riporre il proprio kayak con la dovuta accuratezza.
Conservare il kayak: operazioni
preliminari
Al di là del luogo specifico dove si ha
intenzione di conservarlo, nessun kayak potrà mai essere in buono stato se non si osservano alcune operazioni
preliminari di basilare importanza.
Pulizia
Un aspetto che molti tendono a sottovalutare è innanzitutto costituito dalla pulizia.
Infatti, la salsedine risulta particolarmente
corrosiva, e anche se utilizzato in contesti d’acqua dolce (come i fiumi o i
laghi) la superficie del kayak potrebbe essere attaccata dalle microalghe o da
altre particelle di sporco.
L’unico modo per evitare questi possibili danni è costituito da un accurato lavaggio con acqua e sapone
delicato.
Attenzione all’uso dei solventi chimici:
promettono risultati miracolosi ed in effetti nella maggior parte di casi sono
in grado di pulire qualsiasi residuo o alone. Tuttavia, risultano spesso anche
corrosivi, causando danni irreparabili alla superficie del kayak.
Distribuzione uniforme del peso
Uno degli errori più comuni quando ci si
occupa della conservazione del kayak riguarda proprio la distribuzione dei pesi.
Infatti, la particolare conformazione di questa imbarcazione spesso spinge le
persone a sfruttarla come contenitore per altri oggetti, o peggio ad usarla
addirittura come tavola d’appoggio.
In realtà non bisognerebbe mai dimenticare il
fatto che un kayak mal bilanciato a
lungo termine può effettivamente piegarsi, pregiudicando così un corretto
funzionamento in acqua.
L’unico modo per evitare questo inconveniente è riporre particolare attenzione nella distribuzione dei pesi.
Attenzione ai punti di pressione
Per lo stesso motivo, particolare attenzione andrebbe riposta ai punti di pressione sull’imbarcazione:
eventuali chinghie al soffitto a cui potremmo appendere il kayak devono
esercitare una pressione limitata sullo scafo, pena possibili deformazioni.
Il consiglio in questo caso è quello di utilizzare più cinghie e più punti di
ancoraggio, magari optando per modelli particolarmente larghi in grado di
distribuire la propria pressione in maniera più uniforme.
Conservazione degli accessori e
delle attrezzature
Non saranno parte integrante del kayak, ma gli accessori e le attrezzature sono
altrettanto importanti per godersi gite ed escursioni nel comfort più
totale.
Paraspruzzi, borse e qualsiasi altro
accessorio…senza ovviamente dimenticare
la pagaia, vanno accuratamente ripuliti dopo ogni utilizzo con acqua dolce.
Per evitare danni da umidità, poi, occorre lasciar asciugare bene il tutto con
l’aiuto di un po’ di vento e del sole.
Infine, è possibile conservare questi accessori direttamente all’interno del kayak per
risparmiare spazio. Il loro peso ridotto, infatti, non costituisce particolare
problema per lo scafo, anche a lungo termine.
Dove riporre il kayak per la
conservazione
Riporre il kayak è un’operazione relativamente
semplice quando si tratta di modelli gonfiabili o pieghevoli. Tutto diventa però più complesso nel caso dei
tradizionali modelli a scafo rigido.
Questi, ovviamente, occupano infatti molto più spazio e conseguentemente non possono
essere riposti in qualsiasi posto dell’abitazione.
Inoltre, i kayak devono essere tassativamente messi al riparo dalla luce
solare, che tramite i raggi UV danneggia alla lunga qualsiasi modello (ma
specialmente le varianti in polietilene).
Anche l’umidità può danneggiare sensibilmente gli scafi, indebolendoli con l’azione delle muffe a lungo termine.
Allo stesso tempo anche caldo e freddo possono causare danni alle imbarcazioni. Il
freddo, in realtà, non rappresenterebbe di per sé un problema particolarmente
grave. Ma quando le temperature scendono sotto lo zero, i modelli in fibra di
vetro potrebbero soffrire particolarmente il congelamento e il successivo
disgelo, con la creazione di microfratture nello scafo.
Il caldo, invece, costituisce una minaccia più grave per tutti i modelli. Eccessive temperature, infatti, potrebbero favorire la malleabilità degli scafi riducendone la rigidità e quindi facilitandone la deformazione.
Alla luce di tutte queste considerazioni, si
capisce che l’unico luogo nelle nostre case veramente adatto alla conservazione
di un kayak sia costituito dalla cantina (tenendolo però sollevato da terra).
Ma come fare per chi non ha sufficiente
spazio in cantina, ha una cantina troppo piccola o semplicemente non ne ha
una affatto?
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